L’estetica nel Seicento e nel Settecento. Baumgarten ed oltre.

L’ESTETICA NEL SEICENTO.

Il Seicento è comunemente noto come un periodo di povertà artistica, anche a causa dell’incubazione politica in cui vive la penisola italiana, posta sotto l’arrogante dominio dei barocchi costumi spagnoli. Ciò è solo parzialmente vero: le produzioni barocche sono infatti opere comunque notevoli.

Sul piano della riflessione filosofica, tuttavia, mentre prolificano filosofi della scienza (come Bacone, Galileo, Newton, Cartesio) e della politica (come Locke ed Hobbes), sono molto deboli i pensieri sull’estetica.  Si deve però rilevare che filosofi della scienza quali Bacone e Cartesio, pur non avendo mai trattato, nelle loro opere, questioni specifiche di estetica, tenteranno di classificare l’arte come una delle tante scienze, e questo aiuterà il secolo successivo a sancire definitivamente la nascita dell’estetica moderna come una scienza, una disciplina a sé stante e ricca di una sua dignità.

 

L’ESTETICA NEL SETTECENTO E BAUMGARTEN.

Nel Settecento viene coniato il termine “estetica”. Si ribadisce, in questo secolo, innanzitutto che la funzione dell’arte può essere benissimo solo quella di dilettare, senza per questo rischiare di essere sminuita nella sua dignità. Si cerca, in secondo luogo, di stabilire i canoni estetici.

Il primo canone è quello del buongusto: ha buongusto un’opera d’arte che  risente della tradizione dei classici, che ha alle spalle, quindi, una solida base culturale. Si consideri che nella seconda metà del Settecento si afferma sempre più, anche in letteratura, il Neoclassicismo, un movimento tendente a valorizzare la classicità greco-latina.

Un secondo canone è quello della fantasia: l’artista deve anche saper creare, plasmare, modellare senza tenere presente necessariamente un modello.

Il terzo criterio è quello del sentimento, che riceverà maggiore impulso nel secolo successivo, l’Ottocento romantico: questi canoni si integrano, perché per sentimento si intende non il “sentimentalismo”, bensì la capacità di “commuovere” nel senso etimologico del termine, ossia di “muovere insieme, muovere con”, di agitare, scatenare l’estro, il  “furore artistico”, e quindi la fantasia: FANTASIA <=> SENTIMENTO

Il quarto ed ultimo canone è quello del meraviglioso: il vero artista deve dare particolare risalto alle gesta ed ai sentimenti che tratta, deve mettere in rilievo la maestosità di quanto produce, in modo da suscitare la sensibilità dello spettatore, e questo vale per le arti figurative come per la recitazione teatrale, come per la produzione poetica.

Va infine ricordato un filosofo napoletano del Settecento che ha dedicato ampia parte della sua riflessione all’arte: Gian Battista Vico, che ha avuto il grande merito di proclamare l’autonomia della poesia rispetto alle altre conoscenze umane; Vico abbandona il principio del buongusto, per cui un’opera d’arte doveva essere una rielaborazione delle opere classiche. L’arte nasce spontaneamente in qualsiasi persona dotata di spirito nobile, a prescindere dal suo retroterra culturale; l’arte è essenzialmente fantasia e sentimento, ed in quanto tale è un’esigenza primaria dell’anima umana, che nasce prima del pensiero, prima del momento razionale. La fantasia è dunque precedente e indipendente rispetto alla ragione: la parola, i pensieri razionali sono solo necessità, servono cioè alla fantasia per esprimere e comunicare agli altri i propri stati d’animo.

Con questo riconoscimento da parte di Vico, l’estetica ha una sua dignità quasi completa: l’estetica nasce ufficialmente nel 1750, con la pubblicazione della celebre opera Aesthetica di A. G. Baumgarten; lo stesso Baumgarten, quindici anni prima, nel 1735, aveva dato alla luce un altro studio, le Riflessioni sul testo poetico, in cui aveva attribuito al termine “estetica” il significato di “gusto”, inteso come capacità di determinare i canoni artistici in un prodotto manifatturiero.

E’ nata ufficialmente l’estetica come disciplina autonoma e con criteri ben determinati.

 

 

 

 

 

CHE COS’E’ L’ESTETICA ?   “OLTRE”  BAUMGARTEN

L’estetica è la riflessione filosofica sul prodotto artistico (non è storia dell’arte, né storia della critica d’arte) e per arte non intendiamo solo le arti figurative, ma anche poesia, recitazione, canto, musica, eccetera. Riguardando anche il lavoro degli artisti, l’estetica non è oggetto di studio solo da parte del filosofo, ma anche per gli studiosi d’arte, anche se non hanno una specifica preparazione filosofica. Il ruolo degli artisti era già profondamente dibattuto nella cultura classica e tale discussione continua nel Medioevo e nel Rinascimento, come si è visto, ma l’estetica nasce ufficialmente solo nel 1750 con l’opera Aesthetica di Baumgarten.

Secondo altri studiosi l’autonomia dell’arte si raggiunge tuttavia solo nel 1790, con la pubblicazione della Critica del giudizio di Kant, che attribuisce al giudizio sull’arte un duplice valore, soggettivo ed oggettivo, e quindi universale.

L’estetica contemporanea ha fatto un’ulteriore conquista: ha dimostrato possibili due approcci alla materia, il primo teoretico, e quindi speculativo, riferito alla conoscenza, il secondo storico, come storia dell’estetica. Questo secondo approccio richiede allo studioso la capacità di “ritagliare un filone” all’interno della storia filosofica.

Un’ultima conquista dell’estetica è stata quella di “conquistarsi” un proprio vocabolario, una propria terminologia specifica, come è richiesto ad ogni disciplina che voglia essere autonoma.

L’estetica nel Seicento e nel Settecento. Baumgarten ed oltre.ultima modifica: 2015-05-12T16:15:36+02:00da m_200
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