L’estetica tomista.

L’estetica di Tommaso d’Aquino (XIII° secolo).

 

 

Un’ampia parte della Summa Theologiae è dedicata al problema estetico. La definizione dell’arte offerta da Tommaso è molto chiara e semplice: l’arte è il modo ragionevole di fare alcuni lavori. La caratteristica fondamentale dell’arte è dunque la ragione, e non soltanto il fare: il creare secondo le norme della ragione può dare origine all’opera d’arte. L’opera d’arte è quindi una creazione razionale, ma anche un qualsiasi “imbrattatore” di immonde tele procede secondo una sua razionalità. Ecco che la semplice creazione razionale non può, da sola, essere sufficiente per creare un’opera d’arte, che deve essere anche bella: si pone quindi il problema di cosa sia il bello, e Tommaso risponde che “il bello è ciò che piace alla vista”, ma per “vista” Tommaso non intende soltanto uno dei cinque sensi esterni, bensì un sentimento interiore, che solo Dio può infondere, perché Dio è il creatore dell’idea di bellezza. L’opera d’arte implica quindi una collaborazione tra l’artista e Dio, perché Dio fa sì che la bellezza  esista: l’artista plasma la materia (momento pratico) in una forma che è bella, che piace e che colpisce i sensi esterni ed il sentimento interiore, e che diventa quindi una forma di conoscenza, perché nella forma è presente l’intervento divino, il raggio della luce divina, che al tempo stesso è verità (momento teoretico). Questo rivela il doppio carattere dell’arte, pratico e teoretico, ed evidenzia l’influsso del pensiero aristotelico: “materia” e “forma” corrispondono a “potenza” ed “atto”. L’opera d’arte, in Tommaso, deve essere anche utile: per “utile” Tommaso intende ciò che è “buono”. Utilità non è infatti utilitarismo, ma sinonimo di bontà, e l’opera d’arte deve quindi ispirare azioni e sentimenti buoni. La creazione artistica ha quindi anche un valore morale e pedagogico. Sul piano formale, l’opera d’arte dev’essere anche perfetta, e cioè portata a termine in ogni sua parte. Ma l’opera d’arte realizza la sua funzione (che abbiamo visto essere religiosa, pedagogica, morale) soltanto se piace, cioè se viene contemplata dagli uomini: una creazione artistica fine a sé stessa, che aderisca astrattamente ai canoni della bellezza, per Tommaso non ha senso, proprio perché l’arte deve ispirare nell’uomo buoni sentimenti e buone azioni, e tale bontà è un raggio della conoscenza divina, come si è visto: poiché, infatti, la bellezza presente nell’arte è manifestazione di Dio, la contemplazione estetica è un  momento privilegiato di elevazione verso l’Assoluto.

Si nota, in Tommaso, un certo progresso rispetto alla concezione estetica medievale: si rivaluta tutta l’arte, e non solo l’arte sacra, quella, cioè, applicata solo a soggetti religiosi. Qualsiasi opera d’arte, se veramente bella (e quindi utile nel senso di buona, come si è detto), proviene da Dio e rimanda a Dio: la missione dell’artista è quindi fortemente pedagogica, perché mette in contatto gli uomini con la Bellezza, che è una diretta emanazione di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

OPERA D’ARTE = CREAZIONE RAZIONALE BELLA ==> (SENSO ESTERNO

(fare)          +    (ragione)                        (SENTIMENTO INTERIORE

| |                        | |                                              | | (raggio della

| |                        | |                                              | |  conoscenza

\   /                     \    /                                           \   / divina)

\/                         \/                                               \/

PRATICA   +  TEORETICA                     UTILE = BUONA (in senso

| |                         | |                                  pedagogico ed  etico-religioso)

| |                         | |

\   /                      \   /

\/                         \/

MATERIA  +    FORMA

(artista)        +    (Conoscenza Divina)

| |

| |

\   /

\/

Uomo <== Artista ==> Dio

(missione

pedagogica

dell’artista) ==> a) completezza dell’opera d’arte;

==> b) l’opera d’arte dev’essere contemplata dagli uomini per-

ché nella sua parte formale è un raggio della conoscen-

za divina;

==> c) conseguente rivalutazione di tutta l’arte, non solo di

quella sacra, perché in ogni creazione estetica è pre-

sente la collaborazione tra l’artista e Dio.

         

L’estetica tomista.ultima modifica: 2015-05-12T16:21:10+02:00da m_200
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