HEGEL: L’ARTE COME UN “MOMENTO” NELL’ IDEA.

HEGEL: L’ARTE COME UN “MOMENTO” NELL’IDEA.

Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) è un pensatore fondamentale nella storia della filosofia occidentale: la complessità del suo sistema comprende tutti gli ambiti dell’esistenza umana. L’intera storia è per Hegel lo sviluppo dialettico dei vari momenti dell’Idea, che è l’Assoluto, l’identità di soggetto ed oggetto. Uno dei momenti dell’Idea è l’arte. Trattando la questione dell’estetica in Hegel, bisogna essere consapevoli che essa riguarda solo un momento del suo pensiero e che è difficilmente separabile dal resto del suo impianto filosofico. I momenti dell’Idea sono per Hegel tre: una tesi, a cui si oppone un’antitesi, e la sintesi finale, dovuta al rapporto dialettico tra i primi due. Per Hegel, l’intera storia umana non è altro che il progressivo sviluppo dell’Idea attraverso le suddette fasi dialettiche: analizzando infatti la storia, ci renderemo conto di come ogni pensiero (tesi) venga elaborato da quelli precedenti e di come, appena formulato, trovi subito un altro pensiero che lo contraddice (antitesi). La tensione (dialettica) tra i due pensieri porterà alla nascita di un terzo (sintesi). La Storia umana nella sua complessità è anche chiamata da Hegel Ragione, Spirito, Assoluto.

L’arte è per Hegel la tesi di una triade costituita anche da religione (antitesi) e filosofia (sintesi). Come avevano affermato i romantici, anche Hegel afferma che l’arte sia la manifestazione sensibile dell’Assoluto (la religione, che è l’antitesi dell’arte, segna il passaggio dalla contemplazione estetica all’adesione fideistica). Tuttavia Hegel “supera” i romantici a lui precedenti sostenendo che affinché l’Assoluto sia rappresentabile deve poter essere passibile di rappresentazione, non deve cioè tendere all’astrattezza, ma alla concretezza. Hegel afferma, in base alla sua concezione dialettica, che c’è stato un momento storico in cui le rappresentazioni artistiche non c’erano, un momento in cui si sono manifestate ed un momento in cui sono scomparse. Anche nel periodo in cui non ci sono state rappresentazioni artistiche dell’Assoluto ci sono comunque state forme artistiche.

1) Il primo tentativo, fallimentare, di rappresentare l’Assoluto con l’arte si è avuto con le popolazioni precedenti alla Grecia classica. Questi popoli anelavano all’Assoluto, ma non riuscivano a rappresentarlo per due motivi: a) non avevano chiaro cosa l’Assoluto fosse, b) non avevano la capacità tecnica di plasmare la materia in modo da rappresentare l’Assoluto. Questo periodo non è perciò caratterizzato dalla rappresentazione, ma dalla ricerca di piegare la materia alle esigenze degli artisti. E’ questa l’arte simbolica, tipica delle popolazioni orientali, in cui ci si sforza di rappresentare l’Assoluto, di penetrare l’esistenza, ma non ci si riesce: il risultato è l’uso dei simboli, in cui si cerca di rappresentare significati astratti (ad esempio il leone rappresenta la forza, la colomba la pace, e così via). L’espressione tipica dell’arte simbolica è per Hegel l’architettura, in cui ci si vuole avvicinare allo spirito costruendo i templi di Dio e preparando la successiva forma artistica.

2) Il periodo successivo all’arte orientale è quello dell’arte della Grecia classica: qui l’Assoluto trova la sua più idonea rappresentazione grazie all’armonia ed all’equilibrio, visibili perfettamente nelle sculture rappresentanti la figura umana ( si pensi al discobolo di Mirone, alla Venere di Milo). L’espressione tipica dell’arte classica è per Hegel infatti la scultura, in cui gli eroi e gli Dèi vengono rappresentati.

3) Il periodo successivo è quello dell’arte romantica o cristiana: qui la rappresentazione dell’Assoluto scompare per un ritorno del simbolismo, che non è però un passo indietro, ma un progresso, perché si è consapevoli del fatto, a differenza dei popoli orientali, che l’Assoluto è Spirito (il Dio cristiano), e non è rappresentabile fisicamente: la bellezza non è quella corporea dell’arte classica, ma quella spirituale. Le espressioni tipiche dell’arte romantica sono tre: pittura, musica e poesia. Queste ultime due sono le più nobili, perché  più vicine allo Spirito e  “trapassano la prosa del pensiero”.

Analizzando questa diagnosi hegeliana, è da notare come per Hegel prima dei greci non ci sarebbe stata scultura e prima dei romantici non ci sarebbero state pittura, musica e poesia: le considerazioni hegeliane non vanno però prese in senso letterale ed assoluto, ed  è comunque vero che, anche se c’è stata poesia prima del Romanticismo, essa aveva un valore eminentemente letterario, mentre è con i romantici che diventa manifestazione dell’Assoluto. Allo stesso modo, architettura e scultura hanno continuato ad esistere anche dopo la Grecia classica, ma è solo in Grecia che hanno avuto il ruolo privilegiato di essere rivelatrici di verità.

L’arte orientale ricercava la rappresentazione dell’Assoluto senza raggiungerla, l’arte classica la raggiungeva, l’arte romantica la oltrepassava: sta per iniziare il momento della religione e per morire quello dell’arte (Hegel parla esplicitamente di “morte dell’arte”), in cui l’Assoluto non viene più rappresentato, ma gli si offrirà devozione. Ma quale arte “muore” per Hegel? Muore l’arte come manifestazione dell’Assoluto, restano le ‘singole arti’ come espressioni individuali dei singoli artisti: l’arte non potrà quindi più avere, per Hegel, un valore oggettivo ed Assoluto, ma soggettivo ed immanente.

Rimane grandioso il tentativo hegeliano di collegare arte e storia: anche dalla concezione estetica si comprende come Hegel fosse un intellettuale consapevole del tempo in cui visse.

Si consideri la seguente mappa concettuale:

 

CONCEZIONE DELLA STORIA

___ orientale

|___ classica

D           TESI = = =   > SOGGETTO = = = = = = = = = = = = = = = > ARTE|___ romantica

I            ANTITESI= > OGGETTO= = = = = = = = = = = = = = =  = > RELIGIONE

A           SINTESI = =>ASSOLUTO (SOGGETTO + OGGETTO) = > FILOSOFIA

L

E

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C

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HEGEL: L’ARTE COME UN “MOMENTO” NELL’ IDEA.ultima modifica: 2015-05-18T19:08:54+02:00da m_200
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