Riforma, Riforma cattolica, Controriforma: concetti e periodizzazioni

Marco Martini

Orizzonti della storia. Riforma, Riforma cattolica, Controriforma: concetti e periodizzazioni

SCUOLA NORMALE SUPERIORE, PISA – ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI, ROMA – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TORINO – A.A. 2016/17 –
CORSO DI FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO IN STORIA MODERNA:
ORIZZONTI DELLA STORIA. RIFORMA, RIFORMA CATTOLICA, CONTRORIFORMA: CONCETTI E PERIODIZZAZIONI.
COORDINATORE DEL CORSO: Massimo Firpo, Università di Torino e Scuola Normale Superiore. DESTINATARI: docenti di scuola secondaria di secondo grado
FINALITÀ, OBIETTIVI E METODOLOGIA DEL LAVORO: il corso prevede un appuntamento della durata di due ore: la prima ora avrà carattere di lezione frontale mentre la seconda sarà destinata alla discussione e al confronto con i partecipanti. L’obiettivo è fornire ai partecipanti strumenti critici di indagine per affrontare in modo nuovo e originale temi e percorsi classici della storia. Si tratta di un appuntamento unico che vuole presentarsi come esperienza pilota in base alla quale progettare il prossimo anno un corso più articolato.
PROGRAMMA: Riforma, Riforma cattolica, Controriforma: concetti e periodizzazioni.
DATA: giovedì 20 aprile 2017, ore 16.00-18.00 | Sala Azzurra
SEDE: Scuola Normale Superiore – Piazza dei Cavalieri 7, Pisa
RELATORE: Massimo Firpo, professore ordinario di storia moderna, Università degli Studi di Torino e Scuola Normale Superiore di Pisa.
COMPETENZE ATTESE :i docenti potranno imparare a confrontarsi in modo originale con i temi tradizionali della storia moderna ed a mettere in luce – nei moduli didattici che elaboreranno – nuove chiavi di lettura e nuovi percorsi tematici da proporre ai propri studenti. CONTATTI: eventiculturali@sns.it Dott.ssa Elisa Guidi, tel. 050/509307. Iscritto: mer. 07/12/2016.
MODALITÀ DI ISCRIZIONE: la partecipazione è gratuita. Le iscrizioni potranno avvenire compilando un form on line disponibile sul sito della Scuola Normale Superiore alla pagina www.sns.it/scuola/attivitaculturali/lincei entro il 7 aprile 2017 fino ad esaurimento dei posti disponibili (massimo 120). Le iscrizioni saranno accolte in base all’ordine di arrivo.
ATTESTATO: al termine del corso ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Riforma, Riforma cattolica, Controriforma: concetti e periodizzazioni.
La manualistica liceale italiana sul tema è sovente ripetitiva e legata a luoghi comuni, viziati spesso da chiare impostazioni ideologiche, da una parte o dall’altra.
Nel 1939 Hubert Jedin ha scritto una monumentale Storia del Concilio di Trento, un’opera essenziale di riferimento, soprattutto sul piano dell’erudizione, anche se, anche questa, caratterizzata da una chiave di lettura ideologica, pre-conciliarista (con riferimento al Concilio Vaticano II, da Jedin fortemente criticato come tradimento della tradizione).
Il termine “Riforma”, nelle lingue straniere, quali inglese, francese e tedesco, conosce due sinonimi, “Riforma” e “Riformazione”, il secondo dei quali risulta invece assente nella lingua italiana.
La Chiesa del Rinascimento è segnata, oltre che dalla spazzatura del protestantesimo, anche dal sacco di Roma del 1527: durante le guerre d’Italia l’autonomia politica della Chiesa era presupposto per la sua autonomia spirituale. In una Chiesa priva di strumenti di difesa “piomba” la Riforma luterana del 1517. La Chiesa cattolica reagisce con la cosiddetta Controriforma o Riforma cattolica: il primo termine, coniato da Johann Putter nel primo ‘700, in ambito pre-illuministico quindi, sottolinea gli aspetti repressivi messi in atto dall’ortodossia cattolica, mentre la seconda categoria evidenzia gli aspetti di auto-critica, in un certo senso, da parte della Chiesa, ovvero le riforme che furono avviate sul piano dottrinario.
Nel 1545 si apre il Concilio di Trento e nel 1546 inizia la discussione sulle fonti canoniche, ovvero sulla Bibbia, in primo luogo sul celibato dei preti.
La storia della Riforma cattolica, “sollecitata” dalla Riforma luterana, è in linea con la tradizione culturale della Chiesa, in quanto vale il principio “Ecclesia semper reformata est”. Gli storici cattolici tendono a far coincidere storia della Chiesa e storia della teologia, tesi smentita dagli storici laici. Istanze riformatrici cattoliche, anche promosse dai vertici della Chiesa, erano già presenti prima di Lutero, nel primo ‘500. Storici laici e cattolici nei secoli successivi, si scontreranno in proposito: Luigi Russo, storico laico, sostenne che la Chiesa non era in grado di portare avanti una Riforma, mentre Delio Cantimori, che fino a pochi anni prima si era definito marxista, elogiò la Riforma cattolica come “tutta buona”, anche ben presto provvide lui stesso a smentire questo giudizio.
La situazione del clero italiano del primo ‘500 era disastrosa, per il degrado morale e culturale presente nelle campagne e non solo, data anche l’assenza dei seminari; molti preti si danno al concubinato, approfittando addirittura dei confessionali, ove prendono appuntamenti con le donne, ed ignorano anche il numero dei sacramenti. Il Concilio di Trento istituisce i seminari, ma questi si diffondono soprattutto nel Settecento, come a Milano. Paolo IV, ovvero il cardinale Gian Pietro Carafa, fu un grande inquisitore, ma anche un grande professore e riformatore, fondò infatti lui stesso l’ordine dei Teatini; il successore papa Pio V era stato un grande collaboratore di Paolo IV ed in realtà, né l’uno, né l’altro avrebbero mai voluto aprire un concilio (Pio V affermò che il Concilio di Trento era stato “animato dallo spirito di un qualche folletto”). Nell’ottica di una Chiesa decentrata, il Concilio attribuì molti poteri ai vescovi.
Clero criminale (2003) è lo studio di Michele Mancino e Giuliano Romeo che prende in esame i verbali dei processi, mentre i libri di Adriano Prosperi affrontano il nesso tra Riforma e modernità per affermare la nascita della modernità proprio con l’avvento del luteranesimo.
In seno alla Riforma cattolica si fa intanto sempre più forte l’esigenza di un “disciplinamento” del clero, spesso ignorante e corrotto (soprattutto il basso clero): il 25% del clero italiano dal secondo ‘500 alla fine del ‘600, si afferma nell’opera di Mancino e Romeo, era stato processato per reati comuni; molte donne erano state stuprate dai preti, coperti dai vescovi. A Napoli si diffonde il fenomeno dei “chierici selvaggi”, nobili napoletani che prendono gli ordini minori esclusivamente per esercitare il banditismo, coperti anche questo dai vescovi. Questo emerge nel testo di Mancino e Romeo e questo aveva già affermato nel secondo ‘700 l’illuminista Antonio Genovesi. La Chiesa ufficiale stabilì, nel secondo ‘500, che in conventi dei frati dovessero distare almeno 500 metri da quelli delle suore. Gli stessi inquisitori, come Adelario, vescovo di Milano, sono i primi corrotti e dediti al concubinato. Tra gli anni ’70 ed ’80 del Cinquecento la Chiesa si darà un’organizzazione vera e propria, con il papa Sisto V, in linea con l’ortodossia cattolica, ed il pontificato di Giulio III darà un contributo fondamentale a riguardo: i tribunali del Sant’Uffizio diventano luoghi di apologia dell’ortodossia cattolica. Giovanni Moroni vescovo, cardinale e diplomatico, presiede l’ultima fase del concilio tridentino: è colui che, secondo Pio V, “ha salvato la Chiesa”. Fu inquisitore ed inquisito, arrestato per 2 anni da Paolo IV, che ricorse ad una falsa documentazione per incarcerarlo a Castel Sant’Angelo. Uscito dalla prigione, viene chiamato a presiedere il Concilio di Trento da Pio V.
La Controriforma fu quindi la reazione della Chiesa alla Riforma protestante ma anche, paradossalmente, alla stessa Riforma cattolica, che rimase più “sulla carta” che non nei fatti concreti.

Riforma, Riforma cattolica, Controriforma: concetti e periodizzazioniultima modifica: 2017-04-20T20:43:26+02:00da m_200
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