Galileo Galilei e il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”.

Galileo Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632).

L’opera, è redatta in forma dialogica, è ambientata a Venezia, in caso di Sagredo. Fu scritta appositamente in volgare, con il triplice di  scopo di 1)ottenere la più ampia diffusione tra la borghesia e le corti , 2)demolire l’aristotelismo, 3) convincere della validità del copernicanesimo. E’ considerata una pietra miliare anche nella letteratura italiana, per quanto concerne la prosa scientifica. Vi sono 3 personaggi: Salviati, sostenitore del copernicanesimo, Simplicio, sostenitore del sistema geocentrico-tolemaico e Sagredo, moderatore colto ed illustre, con la funzione di intermediario tra i due, ma di fatto schierato a favore del sistema eliocentrico. Tranne Simplicio, i personaggi sono realmente esistiti (Sagredo fu allievo di Galileo). L’opera è dedicata al papa Urbano VIII, già card. Barberini, estimatore ed amico di Galileo, sensibile alle novità della scienza (in funzione di cardinale aveva difeso Galileo dall’intransigenza del card. Bellarmino). Tra i personaggi, Simplicio è rozzo e grossolano: contesta il connubio tra matematica e fisica, fra teoria e pratica, che era invece stato il pilastro della rivoluzione scientifica, e difende il sistema aristotelico-tolemaico. Il “Dialogo” si articola in 4 giornate: nella 1 si vuole demolire la distinzione aristotelica tra mondo sovralunare e sublunare, già esposta nel Sidereus Nuncius riguardo al corpo lunare, costituito della medesima materia di quello terrestre, come si può osservare con il cannocchiale, uno strumento considerato “diabolico” dagli ottusi aristotelici (cfr. anche B. Brecht, Vita di Galileo ed il film di Liliana Cavani, Galileo). Nella 2 giornata si dimostra il moto della terra e si afferma che la teoria copernicana non è quindi un’ipotesi, ma una realtà, nella 3 giornata si parla dell’origine delle maree, nella 4 giornata e nella Conclusione del “Dialogo”, dopo 4 giornate dedicate a dimostrare che il moto della terra è una teoria più plausibile di quella della sua immobilità, Galileo mette in bocca a Simplicio una frase di Urbano VIII, in base alla quale Dio avrebbe potuto creare un universo del tutto diverso da quello che appare, cioè da quello copernicano. Istigato dagli ottusi cardinali, aristotelici, avversari di Galileo, il papa Urbano VIII si convinse del fatto che Galileo non si limitava ad affermare la mobilità della terra, ma si beffava di lui, identificandolo con Simplicio; per questo nel 1633, dopo aver censurato l’opera, il Santo Uffizio convocò Galileo ad un processo formale, svoltosi a Roma, nel quale lo scienziato fu costretto ad un’umiliante abiura. Il metodo galileiano aprì le porte alla fisica moderna, all’Illuminismo, ad Einstein: Galileo non si limitò a teorizzare un metodo, come aveva fatto Bacone, che non era né scienziato, né filosofo, ma applicò concretamente tale metodo alle ricerche di fisica e di astronomia.

Galileo Galilei e il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo”.ultima modifica: 2015-05-18T18:56:41+02:00da m_200
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