IL RINASCIMENTO ITALIANO NEL PRIMO CINQUECENTO: CARATTERI GENERALI DELLA CORRENTE.

IL RINASCIMENTO ITALIANO NEL PRIMO CINQUECENTO: CARATTERI GENERALI DELLA CORRENTE.

Il Rinascimento non è che la continuazione dell’Umanesimo quattrocentesco nel ‘500, secolo contrassegnato dallo spostamento del baricentro geografico, politico ed economico dal Mediterraneo all’Atlantico, in conseguenza alla scoperta dell’America (12 ottobre 1492) da parte del navigatore genovese Cristoforo Colombo. Sul piano culturale si restringe la libertà dell’intellettuale mentre prende sempre maggior vigore, come testimoniano Ariosto nel primo Cinquecento e Tasso nel secondo, il fenomeno del mecenatismo, ossia della “cultura di corte”. Il Rinascimento caratterizza però soltanto la prima parte del secolo, perché nella seconda, proprio con Torquato Tasso, si anticipa la crisi culturale e spirituale del secolo successivo, caratterizzato dall’avvento del gusto barocco nell’arte e della Controriforma cattolica sul piano religioso, che conobbe la sua massima espressione con il Concilio di Trento (1545/63, con due interruzioni): a tale crisi spirituale, nel ‘600, corrisponderà una letteratura legata a schemi ed a modelli poveri e privi di personalità. Con il Rinascimento del primo ‘500, invece, si accentua il senso di centralità dell’uomo nell’universo, già espresso dall’umanista fiorentino Pico della Mirandola nel secolo precedente con il De hominis dignitate (Sulla dignità dell’uomo), si rende sempre più manifesta l’esigenza di una maggiore aderenza alla realtà umana e concreta (immanentismo), si ricercano modelli ideali di equilibrio nella lingua (con Pietro Bembo), letteratura (con Ludovico Ariosto), nella politica (con Niccolò Machiavelli) e nella trattatistica, un genere che si diffonde proprio in questo secolo: Pietro Bembo, nella linguistica, con le Prose della volgar lingua, ricerca il modello di lingua ideale, Ludovico Ariosto ricerca, in sede poetica, con l’Orlando furioso, il modello di uomo equilibrato, Machiavelli, in politica, con il Principe, ricerca il modello dell’ideale capo di Stato, Baldesar Castiglione, nel Cortegiano, ricerca il modello del perfetto uomo di corte. In campo linguistico si ritorna, proprio con Ludovico Ariosto, al volgare, considerata ormai lingua nazionale dell’intera penisola (il latino viene quasi completamente abbandonato, a differenza del secolo precedente, in cui si distinguevano un “Umanesimo latino” ed un “Umanesimo volgare”) ed il classicismo non è più, come nel ‘400, un modello ideale solo da imitare, ma diventa terreno fertile a cui ispirarsi per produrre opere creative, personali ed originali, come per Michelangelo nella scultura. L’arte viene intesa come “l’arte per l’arte”, ossia bisogna produrre in vista solo del senso estetico: questo porta ad un certo torpore in campo politico e civile, dal quale solo Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini cercheranno di “svegliare” i popoli d’Italia asserviti allo straniero. Si noti infine che il Rinascimento è un movimento tipicamente italiano, che si diffonderà in Europa solo come movimento di “importazione dall’Italia”: l’Italia diventa, nel primo Cinquecento, veramente una “culla di civiltà” sia in letteratura, con Bembo, Ariosto, Machiavelli, Guicciardini, Tasso, che nelle arti figurative, con Raffaello, Michelangelo, Tiziano; negli Stati tedeschi, ad esempio, non si usa neanche il termine “Rinascimento”, assente nella stessa lingua tedesca, a causa della profonda crisi politica, culturale e religiosa della Germania, spaccata dalla Riforma luterana (i tedeschi usano infatti la parola francese “Renaissance” per indicare questo fenomeno, che si manifesterà solo nel Nord della Germania e soltanto nel secolo successivo, il Seicento). Da quanto si è detto, si comprende come il Cinquecento sia un secolo caratterizzato da una duplice contraddizione: la prima, sul piano cronologico, vede l’affermazione della civiltà rinascimentale nel primo Cinquecento e la crisi della stessa nella successiva metà del secolo; la seconda, riscontrabile nell’area politica, presenta l’Italia florida sul piano culturale, ma debole e divisa su quello civile.

B) INTERPRETAZIONI CRITICHE.

Si tengano presenti i due principali studi critici sul Rinascimento, quello dello statunitense J. Burckardt, L’uomo del Rinascimento, in cui si difende l’originalità di questo movimento, e quello dell’olandese Huizinga, L’autunno del Medioevo, in cui, invece, si difende il Medioevo come periodo glorioso e si accusa il Rinascimento di essere appunto “L’autunno” nel senso di “tramonto”, di “fine” di un periodo glorioso che era il precedente Medioevo.

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