Presentazione del libro di Giannotti, Fra Europa e Asia. La politica russa nello spazio post-sovietico.

MARCO MARTINI

Presentazione del libro di Andrea Giannotti,
“Fra Europa e Asia. La politica russa nello spazio post-sovietico”.

Presentazione del libro di A. Giannotti, Fra Europa e Asia. La politica russa nello spazio post-sovietico, Giappichelli, Torino, 2016. Lun. 06/03/2017 c/o Villa Bertelli, Circolo Culturale “Il Magazzino”, v. Mazzini, 200, F. te dei Marmi (LU). Recensione.
Il libro del dott. Andrea Giannotti costituisce indiscutibilmente un punto di approdo ineliminabile per le ricerche sulla vasta zona denominata “Eurasia”, sia per l’indagine minuziosa eseguita (e testimoniata dalle esplicative note a piè di pagina), sia per la possibilità che l’autore ha avuto di accedere alle fonti originali, data la completa padronanza della lingua russa di cui il dott. Giannotti è in possesso.
Lo studio si può articolare in due parti: la prima affronta i problemi immediatamente successivi alla caduta dell’Unione Sovietica, nel 1991, con Gorbaciov, la seconda si estende ai rapporti con l’Asia, come si evince dal titolo stesso.
Già Winston Churchill, nel 1939, aveva definito la Russia come “un rebus avvolto in un enigma avvolto in un mistero”. Oggi la situazione non è diversa e trova motivazioni nel substrato storico-culturale: nel 1213 l’Orda d’Oro di Gengis Khan conquista molti territori, i cui abitanti furono detti “tartari”. Circa il 70% della Russia è in territorio asiatico. Si può quindi parlare legittimamente di “Eurasia” come di un’identità “plurale” sul piano linguistico, religioso (con cristiani ortodossi e musulmani) culturale in genere: si pensi che 20 milioni di russi sono oggi musulmani e che, anche grazie al regime comunista, in Paesi a stragrande maggioranza musulmana, come ad esempio l’Uzbekistan, non si registrano forme di fanatismo. Questo perché l’Unione Sovietica è stata in grado di dare una forte connotazione nazionale, elemento invece molto carente in Europa, ed anche perché l’impero russo non ha conosciuto, a differenza degli Stati europei dell’Europa moderna, un’espansione oltre mare, ma soltanto conquiste territoriali della madre patria.
Nel 1917 i bolscevichi affermano che il socialismo è anche anti-imperialismo: con la costituzione leninista del 1922, ma ancora più con quella staliniana del 1936, è stata promossa l’apertura alle culture locali, anche con cucine nazionali, sia pure sotto l’egida politica sovietica. Si può quindi parlare di Eurasia, come abbiamo detto, ma non prima di aver parlato della Russia: al centro dell’Eurasia c’è la Russia e l’Eurasia non è che una sua proiezione.
Oggi un quarto della popolazione di Israele parla russo in quanto sono ebrei di origine russa, emigrati negli anni ’70 anche a causa delle discriminazioni operate da Breznev. Cos’è quindi la Russia? Né Europa, né Asia, ma “Eurasia”, un “tertium quid”, e le culture locali, come ad esempio l’espressione di teatri locali, sono incentivate, ma su un substrato ancora russo. La Russia di oggi, si può affermare, non è più socialista, ma ancora sovietica. Putin, ex capo del KGB e presidente della Federazione Russa dal 1999, ha definito la caduta dell’U.R.S.S. “la più grande tragedia del XX° secolo” e dopo il 1991, infatti, non fu affatto facile, per le singole repubbliche dell’ex impero sovietico, organizzarsi autonomamente, a partire dal piano militare. Estonia, Lettonia, Lituania hanno rifiutato di aderire alla Federazione Russa, che ha quindi incluso 12 delle ex 15 repubbliche sovietiche. Nel 2003 l’ODKB unì 6 Paesi dell’ex Unione Sovietica (senza contare l’Uzbekistan, che è per due volte entrato e per due volte uscito). Nel 2015 entra in forza l’Unione Euroasiatica, costituita da 5 Paesi. Oggi, con l’Unione Economica Euroasiatica, si combatte la droga, ad esempio, a differenza di quanto sta facendo l’Europa. Il legame della Russia di oggi con l’ex Unione Sovietica è stato recuperato proprio per permettere un’integrazione, e Primakov ha dato un forte contributo in proposito: molti ex segretari dei partiti comunisti sono attualmente diventati presidenti della Repubblica, ed anche questo dimostra la forza del legame con il passato. Si ricordi, infine, che la lingua russa nacque a Kiev, in Ucraina, così come il progetto di costruzione dell’Unione Sovietica: l’Ucraina diventa indipendente nel 1991 ed una delle prime misure fu quella di vietare la lingua russa nelle programmazioni televisive e nelle scuole, ma il referendum, svoltosi regolarmente, ha visto la vittoria di quanti volevano riunificarsi alla Russia.

Presentazione del libro di Giannotti, Fra Europa e Asia. La politica russa nello spazio post-sovietico.ultima modifica: 2017-03-08T13:57:01+01:00da m_200
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