Towards a new international order ? A New Great Game. Il vettore asiatico.

Marco Martini

Towards a new international order? A New Great Game. Il vettore asiatico

Università degli Studi di Pisa – A. A. 2017/18 –
Dipartimento di Scienze Politiche – Via Serafini 3, 56126 Pisa (PI)
“Winter School”: Towards a new international order ? Russia and China: a New Great Game. Il vettore asiatico, 24-26 ottobre 2017 .
Atti del Convegno Internazionale di Studi di Geopolitica euro-asiatica.
Programma del Corso (24 h. complessive di formazione):
PREMESSA, a c. di Guido Ferrini.
Confermando una vocazione rivolta agli studi eurasiatici, anche per il 2017 il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa organizza una Winter School dedicata alla geopolitica globale intorno alla massa continentale eurasiatica. In particolare, questa III edizione prenderà in considerazione il fianco orientale. Nelle dinamiche internazionali l’Asia ha acquisito un ruolo sempre più importante per la prosperità globale e per le stesse prospettive di crescita dei paesi occidentali. In particolare, l’Estremo Oriente è oggi l’area economica più dinamica del mondo, e contribuisce per oltre la metà alla crescita globale. Buona pare dei dossier più delicati della grande politica mondiale riguardano questo continente, dall’Afghanistan alla Corea del Nord. L’ascesa della Cina si sta sviluppando in potenziale contrasto con il sistema di alleanze tradizionale che potrebbe far mutare sensibilmente gli equilibri della regione. La Federazione Russa ha aumentato notevolmente gli investimenti nei distretti estremo-orientali. Le dinamiche dell’Asia meridionale, fra Pakistan, Iran e India pongono sfide cruciali per la sicurezza e l’economia del pianeta. Questi temi saranno affrontati con esperti di primo piano ed esponenti del mondo istituzionale. Il Convegno si tiene interamente in lingua inglese.
TOWARDS A NEW INTERNATIONAL ORDER?” Russia and China: a New Great Game.
SCIENTIFIC COORDINATOR : Prof.ssa Elena Dundovich
First Day – October 24 – Coordinator: Andrea Giannotti
9 Apertura dei lavori.
9.15 Registration.
9.45 Greetings of the Academic Authorities – Winter School Welcoming Ceremony Prof.ssa Elena Dundovich, Scientific Coordinator (University of Pisa)
Introduction to the Winter School, Dott. Andrea Giannotti, Daily Coordinator (University of Pisa).
11.30 Lectio magistralis, Rustam Kajumov (Uzbeki Ambassador in Italy), Uzbekistan and new balances of Central Asia.
12.30 Debate.
13.00 Lunch.
14.15 Tatiana Zonova (MGIMO) – Andrea Giannotti (Università di Pisa), Russia and Asia
16.30 Working Groups: Euroasiatic Union and member countries.
The students will examine the main features of the Euroasiatic Union, such as the member States, the candidate States and why they want to join the Union. Also, each group of students will arrange a presentation about the following countries, supervised by the daily coordinator.
Group A: Kazakhstan
Group B: Belarus
Group C: Armenia
Group D: Kyrgyzstan
Group E: Tajikistan

Second Day – October 25 –
Coordinator: Francesco Tamburini
9.30 Giuliano Noci (Vice-Rector Politecnico of Milano), Italy and China: Scenarios of a sustainable cooperation
11.30 Barbara Onnis (University of Cagliari), China as a responsible great power: towards a growing interdependence in foreign affairs
12.30 Debate
13.00 Lunch
15.45 Working Groups: China and its foreign relations
The students will deal with a led simulation in which they will act in behalf of one of the following countries in regard of their political ties with China. Each group of students will examine the peculiar interests of every State, their behaviour and their inner ties. The students will be supervised by the daily coordinator.
Group A: India
Group B: Pakistan
Group C: North Korea and South Korea
Group D: Southern Chinese Sea
Group E: Russia
Third Day – October 26
9.30 Working Groups
The students will choose a specific international situation which involves at least one of the following countries:
USA,
Russia,
China,
EU (or EU member States).
The aim of this activity is to verify the analysis ability of each group, comparing themselves with the geostrategical peculiarities of the international scenario and aiming to propose solutions to the political challenges. The studens will be helped and leaded by the coordinators.
13.00 Lunch
14.30 Working Groups Presentation
16.00 Closing Ceremony. Chiusura dei lavori e consegna degli attestati.
PROGRAMMA DEL CORSO (IN ITALIANO):
Giorno 1
Ore 9 Apertura lavori
Ore 9.15 Registrazione partecipanti
Ore 9.45 Saluti delle autorità accademiche Introduzione alla WS del coordinatore Prof.ssa Elena Dundovich (Università di Pisa)
Ore 11.30 Rustam Kajumov (Ambasciatore dell’Uzbekistan in Italia), L’Uzbekistan e i nuovi equilibri dell’Asia centrale
Ore 12.30 Dibattito
Ore 13.00 Pranzo
Ore 14.30 Tatiana Zonova (MGIMO) – Andrea Giannotti (Università di Pisa), Russia ed Asia.
Ore 16.30 Lavoro in gruppi sul seguente tema: L’unione Euroasiatica ed i Paesi membri:
Gruppo A: Kazakhstan
Gruppo B: Belarus
Gruppo C: Armenia
Gruppo D: Kyrgyzstan
Gruppo E: Tajikistan
Giorno 2
Ore 9.30 Giuliano Noci (Prorettore Politecnico di Milano), L’Italia in Cina: scenari di cooperazione fra economia e cultura
11.30 Barbara Onnis (Università di Cagliari), La Cina come una responsabile del grande potere: verso una crescente interdipendenza negli affari esteri
Ore 12.30 Dibattito
Ore 13.00 Pranzo
Ore 15.45 Lavoro in gruppi sul seguente tema: La Cina e le sue relazioni internazionali.
Gruppo A: India
Gruppo B: Pakistan
Gruppo C: North Korea and South Korea
Gruppo D: Southern Chinese Sea
Gruppo E: Russia
Giorno 3
Ore 9.30 Lavoro in gruppi su uno dei seguenti Paesi:
a)USA,
b)Russia,
c)China,
d)EU (o Stati membri dell’U.E.).
Ore 13.00 Pranzo
Ore 14.30 Presentazione lavori di gruppo
Ore 16.00 Chiusura dei Lavori e consegna attestati.

Giorno 1
Ore 9 Apertura dei lavori
Ore 9.15 Registrazione partecipanti

Ore 9.45 Saluti delle autorità accademiche. Introduzione alla “Winter School 2017” a cura del coordinatore scientifico Prof. ssa Elena Dundovich (Università di Pisa)
E’ questo il terzo anno della Winter School, che quest’anno avrà un carattere più partecipativo, con lavori di gruppo, e meno cattedratico. Le prime due giornate di lavoro saranno rispettivamente dedicate all’Uzbekistan ed alla Cina, mentre il terzo giorno sarà dedicato all’esposizione dei risultati elaborati nei lavori di gruppo.

Ore 11.30 Lectio magistralis, Rustam Kajumov (Ambasciatore dell’Uzbekistan in Italia), L’Uzbekistan e i nuovi equilibri dell’Asia centrale.
L’Uzbekistan è una ex repubblica sovietica, quasi il 90% della popolazione è musulmana, ma è un paese che non conosce il terrorismo islamico, questo grazie all’impronta Asia del marxismo sovietico. L’ Uzbekistan ha ruolo chiave oggi nelle relazioni tra i paesi dell’Asia centrale e la Russia. Altre confessioni religiose, molto minoritarie, presenti in Uzbekistan, sono il buddismo ed il Cristianesimo ortodosso.
La corruzione, tour presente in Uzbekistan agli alti livelli della politica, è mal tollerata dalla popolazione e la nuova legislazione tende a frenarla ed a punirla severamente. La lotta alla corruzione ed al mercato nero è ora una priorità. Sul piano economico, grazie ai buoni rapporti con gli Stati Uniti, l’ Uzbekistan sta investendo molto nel settore tessile e su una grande varietà di merci, eliminando i dazi doganali, liberalizzato, l’economia attirando così capitali stranieri e creando molte zone economicamente fertili, non solo a Tashkent, ma anche a Bukhara, Samarcanda, Khiva. È stata avviata l’industria tessile, chimica, farmaceutica, elettrica, alimentare, automobilistica. L’industria si è sviluppata anche in zone desertiche o montane. Sono state costruite strade, ferrovie, tunnel e ponti, anche grazie ai migliorati i rapporti con la Cina, che ha investito in Uzbekistan. Fiorenti sono le esportazioni con il Kazakistan, il Turkmenistan, il Tagikistan, il Kirghizistan, la Cina e la Russia di Putin. Dal 2014, in alcuni settori l’Uzbekistan ha compiuto un vero e proprio boom economico, grazie anche ai rapporti con la Corea del Sud, rafforzati dalla nuova presidenza uzbeka. Scuole, università, ospedali sono stati molto potenziati. In questi anni abbiamo assistito anche ad un forte boom demografico. Negli ultimi 26 anni abbiamo assistito ad un crescente sviluppo economico e democratico. Il nuovo presidente, grazie alle liberalizzazioni, ha modernizzato il Paese. Dal 2017-2021 è stato programmato un nuovo piano di sviluppo industriale ed agricolo per modernizzare anche il settore agricolo. Sono state potenziate anche le relazioni economiche con l’Italia, grazie alla diplomazia. Nel 2017 sono state avviate anche riforme istituzionali con una nuova Costituzione. Anche l’Afghanistan è l’Iran rappresentano buoni mercati per l’Uzbekistan, oltre all’Europa; fiorenti sono inoltre i rapporti con il porto di Riga e con il Pakistan, nonostante l’ Uzbekistan non abbia sviluppo costiero marino. Anche l’industria turistica si è sviluppata. La Russia rappresenta comunque il substrato culturale dell’Uzbekistan.

Ore 14.30 Tatiana Zonova (MGIMO) – Andrea Giannotti (Università di Pisa), Russia ed Asia.
Il centro della politica inizia a sgretolarsi alla fine del ventesimo secolo, esattamente nel 1970, con Breznev,in quanto i territori dell’Unione Sovietica iniziarono a manifestare la loro volontà di indipendenza con una maggiore attenzione verso i problemi della politica internazionale.
Un altro aspetto della politica Sovietica emerge quando le industrie sovietiche hanno imparato ad esportare verso l’Asia: sono le industrie di Mosca e San Pietroburgo, “emigrate” ad esempio, verso Tashkent, in Uzbekistan. L’ industria sovietica si era sviluppata con Kruscev, in Kazakistan. Molti fiumi per fare arrivare l’acqua in aree desertiche. Cina, Mongolia, Iran sono Paesi con i quali l’Unione Sovietica ha dovuto rapportarsi economicamente fin dagli anni ’70. Molti confini della Russia si sono definiti nel 2010 Industrie e molti capitali sono evacuati verso l’Asia, verso il Kazakistan e la Siberia, una zona impervia, ma che si è molto industrializzata​. Moltissimi sono stati i vantaggi di questi rapporti economici per la Russia. L’Eurasia è quindi una realtà anche economica.
Nell’Eurasia distinguiamo tre settori:
1) il “lontano est” della Russia, al confine con la Cina. Sono zone abitate anche da ebrei, nelle quali Stalin li aveva confinati la seconda lingua parlata è infatti l’hiddish, come in Jacuzia, oggi una zona molto importante per le miniere d’oro e le ricerche di chimica.
2) Il distretto siberiano. Negli anni ’60 e ’70 si è molto sviluppata l’industria sovietica, che ha esportato anche in Angola ed in Mozambico. Molti studenti tedeschi studiano in Siberia, al punto tale che si può parlare quasi di un'”invasione tedesca”, mentre un’esigua minoranza di cinesi abita la Siberia. La politica Sovietica relazioni internazionali e quindi qui molto intensa.
3)La terza area è il distretto degli Urali popolato solo da 2 milioni di abitanti, ma molto importante. Dista 3000 km da Mosca. Anche questo ha un ruolo importante nelle relazioni con l’Asia. Il presidente Putin, nel 2014, ha dato un forte incremento all’industria siberiana, in particolare all’estrazione del gas. Un altro importante interlocutore della politica economica russa è il Giappone, soprattutto nelle relazioni con il Kamciakta. Fin dalla seconda guerra mondiale , Giappone Unione Sovietica e Germania (fin dal 1941) nazista avevano interessi verso le repubbliche baltiche. Con l’Iran, l’Unione Sovietica aveva pessimi rapporti ai tempi dello scià, che sono migliorati in seguito alla rivoluzione khomeinista per avere poi un rapporto ancora difficile ai giorni nostri.
Un altro tema importante è quello dell’identità: un russo che emigra in Europa occidentale resta un russo, mentre in francese o un italiano perdono la loro identità. Questo vale anche per il Giappone: il 99% degli abitanti del Giappone è giapponese, solo l’1% proviene dalla Corea o da paesi limitrofi. La popolazione ebraica ha dato un forte contributo all’industria russa di oggi.
I rapporti tra Russia e Cina, nel loro prevedibile sviluppo, non sono pericolosi. La Cina è stato un Paese fortemente rurale, Mao tentò di industrializzare il Paese con il “” grande balzo in avanti, che si rivelò un fallimento, in quanto l’industria non si sviluppò l’agricoltura ci rimise. In seguito si è sviluppata molto l’industria, dopo la caduta di Mao: il comunismo maoista rimase un comunismo agricolo.
I rapporti tra la Russia di Putin e l’Arabia Saudita sono oggi difficili, a differenza dei tempi dell’Unione Sovietica, e questo anche per motivi religiosi. Sono invece migliorati molto i rapporti con la comunità ebraica russa,. proprio in antitesi con la situazione ai tempi dell’Unione Sovietica.
Il processo di globalizzazione oggi incontra molte difficoltà economiche in Russia;, molto recentemente Putin ha parlato del problema dell’integrazione di altre ex repubbliche come il Kazakistan e la Bielorussia. Vi . Nel sono buoni rapporti tra l’Unione europea e la Russia. Nel 2014 sono emersi problemi dell’economia interna russa in Siberia, che necessita di interventi tecnologici: l’Associazione dei Paesi Asiatici include brillanti economisti, ma non è facile penetrare nel mercato internazionale. La Cina è il secondo paese asiatico. Stabilità e sicurezza contro il terrorismo sono due temi essenziali dell’Associazione dei Paesi Asiatici, che include anche Armenia, Uzbekistan, Azerbaijan, Tagikistan ed intrattiene rapporti di Cooperazione economica e finanziaria con l’Unione Europea, ma le relazioni non sono sempre facili. Il problema della sicurezza resta oggi quello prioritario, in Russia.

Giorno 2
Introduzione del coordinatore, Prof. Francesco Tamburini
Il tema odierno è dedicato alla Cina ed ai suoi rapporti con l’Europa in generale e l’Italia in particolare.

Ore 9.30 Giuliano Noci (Prorettore Politecnico di Milano), L’Italia in Cina: scenari di cooperazione fra economia e cultura
L’Università di Pechino ha oggi conquistato posizioni rilevanti nel mondo e la Cina ha compiuto progressi tecnologici notevolissimi. Gli Stati Uniti di Trump hanno incrementato i loro rapporti commerciali con la Cina, che compie sempre più passi verso un capitalismo di Stato, una dittatura comunista Paradossalmente aperta al liberismo. La Cina si è sempre più specializzata in sistemi digitali anche nella comunicazione, in qualsiasi settore, dalla prenotazione di un taxi all’acquisto di qualsiasi cosa. La Cina ha oggi rapporti commerciali con l’Asia centrale, la Russia, l’Africa, l’Europa, l’Italia, gli Stati Uniti di Trump; ai tempi di Mao e Deng Xiaoping questo era impensabile. L’economia della Cina è quella di un Paese emergente, parallelamente alla crisi finanziaria dell’Europa, come ci riporta il “Financial Time”, da quando sono crollati i due punti di riferimento della geopolitica mondiale, vale a dire Unione Sovietica prima e Stati Uniti in seguito, Anche se ancora oggi molti cinesi non parlano inglese, il mercato cinese ha oggi invaso l’Europa e l’eccessiva tassazione ha spinto molti medi e grandi industriali italiani ad aprire aziende in Cina ed a chiuderle in Italia, contribuendo così ad aumentare la disoccupazione.
L’ incremento demografico della Cina ha spinto le autorità ad adottare misure talvolta anche severe, per scoraggiare le nascite, soprattutto a Pechino. Il presidente italiano Mattarella ha contribuito ad incrementare le relazioni con la Cina, buone anche nella collaborazione tra università, come attestato dalla Alma Mater di Bologna e dal Politecnico di Milano. Angela Merkel sta incrementando i rapporti della Germania riunificata con la Cina, che si dimostra essere sempre più un terzo polo che ha messo in crisi il tradizionale ordine internazionale bipolare russo-americano. Mentre Putin ed il presidente cinese stringono i loro rapporti, per l’Italia è sempre più pericoloso questo periodo, e l’Italia può salvarsi soltanto con una maggiore integrazione europea.

11.30 Barbara Onnis (Università di Cagliari), La Cina come una responsabile del grande potere: verso una crescente interdipendenza negli affari esteri
Dai tempi di Mao Tse Tung e Deng Xiaoping i cinesi hanno cambiato la loro mentalità: Questa è la causa principale della modernizzazione della Cina. Per comprendere come mai la Cina è diventata così importante bisogna analizzare la mentalità dei cinesi e dei leader del Partito Comunista. Mao e Deng Xiaoping rappresentano l'”aristocrazia della rivoluzione”, che si concretizza con la “lunga marcia”. Il partito si autolegittimò, e tale autolegittimazione proseguì con la repressione di piazza Tien-An-Men nel 1989. In seguito, a partire dagli anni ’90, è iniziato il “miracolo cinese” sul piano economico, ma questo non ha scosso sul piano politico, la dittatura. Possiamo distinguere, storicamente, 5 generazioni, dei leaders del Partito Comunista cinese. Oggi, il presidente cinese ha iniziato ad investire sul mercato internazionale ed ha acquisito una mentalità più diplomatica, anche se i rapporti con il Giappone restano sempre difficili e rappresentano un problema. Nel 2004 la Cina comunista ha intrapreso relazioni con la Corea del Sud. L’attuale presidente cinese rappresenta, per i cinesi, il “sogno cinese”. A differenza di Cuba, altra isola comunista, la Cina di oggi ha investito in borsa e nelle banche. Il massacro di piazza Tien-An-Men è stata la causa anche delle rivolte anticomuniste nei Paesi satelliti dell’Unione Sovietica ed anche la scintilla per il “nuovo corso della Cina”. I rapporti russo-cinesi, oggi buoni per quanto concerne la cooperazione internazionale, sono stati positivi ai tempi di Mao e Stalin, ma degenerarono già con l’ascesa al potere di Kruscev e con il “disgelo” del 1956 (Mao apprezzò di Kruscev soltanto la repressione del moto ungherese dell’ottobre 1956). Il crescente numero di laureati, medici ed ingegneri in particolare, ha offerto un notevole contributo al “miracolo cinese”. La Cina, che non è scossa dai problemi del terrorismo, ha dato un contributo anche per combattere il terrorismo islamico internazionale e l’impegno della Cina per la pace è oggi l’orgoglio dei cinesi.
In conclusione possiamo affermare che la Cina oggi, nonostante quanto scritto nella nuova Costituzione, non rispetti i diritti umani la libertà e la democrazia, come dimostrato dalle esecuzioni pubbliche (ai parenti dei condannati vieni addirittura addebitato il costo del proiettile). Il marxismo è stato “adattato” alla nuova Cina: nonostante la Cina sia rimasta una solida dittatura comunista, essere comunisti oggi in Cina significa intraprendere la strada del liberismo, del capitalismo, della competizione economica.

Towards a new international order ? A New Great Game. Il vettore asiatico.ultima modifica: 2017-10-26T09:55:18+02:00da m_200
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